Una cena estiva passata in compagnia, due coppie di amici single e del buon vino a tavola, sebbene all’apparenza sembrino gli ingredienti giusti per la serata perfetta, questa volta, sì, lo sono, ma per una miscela esplosiva.
E questo perchè Tutti tranne lui, spettacolo scritto, diretto e interpretato da Andrea De Rosa, andato in scena dal 21 al 23 ottobre al Teatro Anfitrione a Roma, è una commedia leggera e dissacrante, dove tutto ciò che sembra, non è, e fino alla fine si rimane incerti su ciò a cui si assiste.
Una “commedia fresca” si potrebbe scrivere, o almeno, “fresca” non sembra proprio il termine più adatto. Perché siamo al 13 di agosto in una Roma calda e deserta, e i pochi rimasti a casa combattono contro l’afa, l’invidia per chi ha i piedi a mollo in acqua e contro la solitudine che tormenta i cuori più soli.
Tra questi “cuori solitari” troviamo Danilo (Renato Solpietro), appena tornato dal suo primo giorno di mare e desideroso di passare una serata in dolce compagnia. Ma se le aspettative sono quelle di una cena romantica a lume di candela insieme al suo «amore platonico» Beatrice (Celeste Savino), si sbaglia di grosso. Perché la donna non è sola, ma porta con sé la sua amica Natasha (Chiara Mastalli), da poco uscita da una relazione abusante (per fortuna, aggiungeremmo), ancora devastata e in cerca di nuove conoscenze. A questo punto Danilo, non può far altro che invitare l’unico amico rimasto in città, Rossano, tragicamente rozzo, grossolano e un po’ troppo amante dell’alcol, che in passato gli ha già rovinato la conoscenza con ben sette ragazze.
La serata ha inizio e la tensione è palpabile, così, calici in mano i quattro amici brindando «alle cose nuove che verranno». Un brindisi speciale dal retrogusto un po’ amaro, che lascia pregustare l’avvicendarsi tutt’altro che sereno di irreparabili situazioni: i vani e disastrosi tentativi di Danilo di conquistare Beatrice, mentre cerca di fermare l’opulenta e scurrile verbosità dell’amico, impegnato a condire la serata con battute da “osteria” (ma di quelle brutte eh); gli improvvisi sbalzi d’umore di Natasha, tra pianti disperati e qualche bicchiere di troppo; e la maliziosa idea di Rossano di giocare ad “obbligo o verità” che risulterà ovviamente disastrosa.
Sebbene all’inizio venga presentato come l’ospite sgradito, fuori dagli schemi della buona e cortese educazione, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere nei momenti più inopportuni, sarà proprio Rossano con la sua lingua dissacrante (ma sincera) a scoprire gli altarini degli altri commensali e i loro segreti.
Perchè nessuno lo sa, ma la Signora Verità è la quinta ospite indesiderata della serata, e insieme al suo discutibile “aiutante” mettono su una messa in scena bizzarra e divertente, dove le maschere non sono più indossate, ma cadono rovinosamente; dove in realtà, l’amicizia tra le due ragazze è costruita su un castello fatto di bugie e tradimenti, mentre l’amore di Danilo, forse, tanto sincero non è.
Così Andrea De Rosa indossa gli stessi panni di 18 anni fa, quando interpretava Massimiliano – il migliore amico del protagonista in Notte prima degli esami–, quell’amico che tutti noi abbiamo, di una sincerità disarmante e campione nell’emettere sentenze lapidarie senza pensarci due volte. Quell’amico a cui però, non si può non volere bene, così come ci dimostra abilmente Renato Solpietro, che non si lascia intimidire dall’esuberante compagno di scena, ma risponde a tono, parando ogni singolo colpo con la sua calata dialettale partenopea ricolma di vitale e genuina autenticità.
Anche questa volta, al fianco del regista troviamo Chiara Mastalli, in una nuova veste fragile e seducente. Sebbene all’inizio il suo personaggio fatichi un po’ ad emergere, nascosto dietro ad una gonna leopardata e stivali con tacco, oscurato da un latente (non troppo) pregiudizio per la precedente relazione, alla fine ritrova la sua rivincita nella risata riconciliatrice insieme alla sua amica, interpretata da un’enigmatica e sorniona Celeste Savino. Una risata tanto attesa, che finalmente risuona di sincerità, solidarietà femminile e di un pizzico di libertà.
E infine, cosa dire. Se l’intento di De Rosa è quello di intrattenere e divertire il risultato è riuscito. Nel testo si diletta con una scrittura rapida e schietta, dominata dall’alternarsi di battute affilate e risposte altrettanto taglienti. Un testo coinvolgente, grazie ai diversi risvolti e colpi di scena inaspettati, con un finale che non può essere da meno.
E se invece Danilo, di fronte alla possibilità di scegliere se combinare o meno l’incontro, avesse rinunciato ad invitare Beatrice a casa sua? Sicuramente le cose sarebbero andate diversamente, ma il pubblico non avrebbe riso così tanto.