Al via la Stagione teatrale sperimentale del Nuovo Teatro Ateneo

4 Ottobre 2024

Ad aprire lo spazio teatrale dell’Università Sapienza di Roma,“Roberto Baggio” di e con Davide Enia.

Dopo un lungo periodo di chiusura, riapre ufficialmente uno dei luoghi più rilevanti e iconici della storia del teatro italiano, un’istituzione culturale di grande rilevanza che dal 1935 ha visto attraversare la storia dei maestri del teatro italiano come, per citarne solo alcuni, Gigi Proietti, Carmelo Bene, Eduardo De Filippo.
Oggi, il Nuovo Teatro Ateneo dell’Università Sapienza di Roma, ambisce ad essere nuovamente un faro di cultura per la città e propone, per la sua prima stagione sperimentale, un calendario che spazia dal teatro classico alla drammaturgia contemporanea, alla danza.
Una grande sfida culturale non solo sul piano delle arti performative, ma anche su quello della musica, del cinema e dei media digitali.

La prima serata della stagione viene introdotta dal prof. Guido De Palma che ricorda la professionalità e l’abnegazione di Glauco Mauri, il decano del teatro italiano da poco scomparso, citando alcuni aneddoti legati al laboratorio “Le lacrime della Duse” tenuto proprio all’Ateneo insieme al compagno Roberto Sturno.
Dopodiché, l’organizzatore dell’evento, lascia spazio al primo artista che apre la stagione.

È Davide Enia con la lettura scenica di “Roberto Baggio”.
Entra in scena con le stampelle, incidenti che capitano solo ai grandi, sottolinea ironicamente, ammiccando al titolo del suo lavoro.
Altrettanto ironicamente, ci prepara a vederlo  inforcare più volte i suoi occhiali, sottolineando l’età che avanza e, con indosso una maglia dei CCCP inizia finalmente il racconto.
Una storia scritta intervistando medici e infermieri di Emergency  che parla di chi vive e lavora nelle zone di guerra, dall’Afghanistan all’Iraq, partendo dall’omonimia  tra un medico anestesista e il “divin codino”.
Due esistenze che, a un certo punto, decidono di interrompere la banalità della linea retta.

I gol di Roberto Baggio diventano metafore, spiragli di luce per ragionare e discutere sulle cose del mondo: la presenza del male, l’insensatezza della guerra, la fragilità del talento, la bellezza del gesto puro e assoluto, “la precisione che è più forte della potenza”.
Le parole di Enia sono, come sempre, balsamo efficace a veicolare messaggi potenti con naturale leggerezza, pur raccontando orrori.
Agocannula e rigore, bambini amputati,  uccisi, riempiti di cocaina e mandati a compiere stragi nei loro villaggi, stuprati e mutilati.
Shirin, bambina salvata in ospedale dalle ustioni di una mina antiuomo che sopporta senza mai lamentarsi atroci dolori anzi, incoraggia gli altri ragazzini del reparto, ritorna cadavere dopo un mese perché colpita nel giardino di casa da un proiettile vagante.
Un talebano e un pasdaran che si ritrovano in due letti accanto che finiscono per parlarsi e giocare a scacchi.
“La guerra rende possibile e consueto l’inimmaginabile”.

Enia continua narrando non solo del rigore sbagliato da Baggio calciatore nel 1984 per cui l’Italia perse i mondiali, ma anche di quello del medico anestesista quando, insieme alla moglie, medico anche lei, non seppero che incolparsi di fronte alla perdita del loro piccolo figlio malato.
L’artista palermitano, in maniera affabulatoria, parla anche di sé e delle proprie crisi di ansia, trascinandoci fino al fondo delle sue parole quando gli applausi, lunghi e calorosi, diventano anche gesto liberatorio.

Rientra poi in scena, un po’ a fatica per via delle stampelle, si siede nuovamente per regalarci l’emozione del Davide Enia, sedicenne palermitano, di fronte all’incontro casuale con Totò Schillaci.

Il calciatore palermitano, recentemente scomparso, che non sapeva parlare né dialetto, né italiano ma che sapeva intrattenere una conversazione in giapponese.
Il calciatore il cui incontro diventava più eccitante persino di fronte a quello con la diva del momento, musa di Tinto Brass, Debora Caprioglio.
E così, strappandoci una sincera risata, ci saluta annunciando il prossimo appuntamento a Roma dal 20 maggio al 1° giugno al Teatro India col nuovo lavoro ‘Autoritratto’.

Per conoscere i prossimi appuntamenti della stagione sperimentale del Nuovo Teatro Ateneo:
https://www.vivaticket.com/it/venue/nuovo-teatro-ateneo/518435061

Infine, ricordiamo che, in concomitanza con l’avvio della stagione teatrale sperimentale, Sapienza ha anche deciso di selezionare un Direttore artistico per il Nuovo Teatro Ateneo.
La procedura è pubblica e sarà possibile presentare la propria domanda di partecipazione accendo al sito del Centro Sapienza Crea-Nuovo Teatro Ateneo.

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