BarattoCult: intervista a Carlo Boso

21 Febbraio 2024

In occasione del BarattoCult (qua la nostra intervista all’organizzatrice Gigliola Tagliaferri: https://www.banquo.it/teatro/2024/02/07/barattocult-il-festival-del-baratto-culturale-dal-7-all11-febbraio-ad-apecchio) che si è svolto dal 7 all’11 febbraio, noi di Banquo Magazine abbiamo intervistato il direttore artistico Carlo Boso, attore e regista teatrale diplomato al Piccolo Teatro di Milano e creatore dell’Académie Internationale Des Artes du Spectacle che ha sede a Versailles.

Lei ha viaggiato molto nel corso della sua carriera, cosa l’ha spinta ad aggiungere anche questa esperienza nel suo curriculum?

Questa faceva già parte del mio curriculum. Trasmettere quello che hai imparato ad altre generazioni era la missione che ci era stata affidata da Paolo Grassi e Giorgio Strehler. Noi siamo stati due formati da queste due persone fenomenali come tutti quelli che stanno al Piccolo Teatro di Milano. Quando Gigliola mi ha chiesto di venire qui insegnando a dei ragazzi che arrivavano da tutta la provincia ho detto subito di sì.

Quale metodologia usa per lavorare con i ragazzi e con gli attori professionisti?

Sicuramente è diversa la metodologia. Quando fai la regia con dei professionisti chiaramente sono già tutti precostituiti; quindi, vuol dire che si parla tutti lo stesso linguaggio. Qui si costruiscono i linguaggi insieme. Ci sono sempre comunque delle persone che hanno bisogno di essere più dirette e ci sono altre che invece vanno da sole perché sanno già autogestirsi. Quando fai questo mestiere devi essere un po’ assistente sociale, un po’ psicologo e per il resto anche regista.

Tra tutti gli spettacoli in cui ha recitato e che ha diretto, ce ne è uno che ha preferito? Anche semplicemente perché le è stato più vicino emotivamente parlando?

Che ho interpretato direi “l’Arlecchino”, o a volte nell’Arlecchino il servitore dei due padroni. È un personaggio che ti resta addosso, anche perché è una maschera mondialmente conosciuta quindi che usa un linguaggio universale, riesce a trasmettere emozioni in tutto il mondo grazie al suo costume e alla sua maschera. Per quanto riguarda la direzione degli spettacoli ce ne sono due che mi sono rimasti più vicini tra quelli che ho fatto, uno è lo straordinario “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, che mette in scena tre mondi differenziati, l’altro è “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht, che ho montato più volte in giro per l’Europa. Tra i contemporanei invece “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello.

Preferisce recitare o dirigere?

Eh, questa è una bella domanda. Io mi sono trovato a dirigere in maniera abbastanza naturale. Ricordo che mi ero fatto un programma quando avevo una ventina d’anni, dico “Va beh, fino a trent’anni faccio l’attore per imparare bene quello che si deve fare in scena, poi mi occupo di tutta la tecnica teatrale; quindi, ciò che riguarda la costruzione scene per capire qual è il contenitore in cui noi attori svolgiamo la nostra azione, infine passo alla regia”. Avevo inoltre deciso che a cinquant’anni avrei cominciato a insegnare e poi avrei scritto qualcosa. Ho fatto un disordine totale, non ho rispettato le date. Per tutti quelli che passano dalla scena alla regia la scena manca, questo è inevitabile. Però se facessi solo la scena mi mancherebbe la regia e quindi bisogna fare delle scelte.  

Ph studio fotografico Minciotti

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Jacky Debach

Isac Jacky Debach nasce a Roma il 30 gennaio 1994. Ha conseguito la laurea triennale in Comunicazione pubblica e d'impresa presso La Sapienza, la laurea magistrale in Cinema, televisione e produzione multimediale presso l'Università degli Studi Roma Tre (DAMS) e il diploma di Master in Critica giornalistica presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico". Ha lavorato come redattore per Cosanepensate.it, come account commerciale per la ME Production SRL e ha collaborato con Madmass.it, Metropolitan Magazine.it e Recensito. Attualmente gestisce la pagina social Cinefusi.it e lavora come social media manager. Amante del cinema, della musica, della serialità televisiva e del calcio.

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