Testo Emanuele Senia
Il Covid-19 ha avuto uno strano effetto sulla musica: da un lato ha acceso la voglia di scrivere, produrre e
cantare di parecchi artisti, dall’altro, invece, ne ha spenti numerosi. Fare musica è un dono, una vocazione e sicuramente i sentimenti, gli stati d’animo, paure ed insicurezze, influiscono su di essa.
Dua Lipa, cantante e compositrice londinese di origine kosovara-albanese, sorprende tutti. La cantante britannica, fattasi notare già nel 2015 con la sua New Love, ha raggiunto davvero in pochi anni il panorama musicale internazionale. Dua non si è lasciata scalfire proprio da nulla, neanche dal virus, tanto che negli ultimi due anni abbiamo visto l’uscita di ben tre lavori discografici, quali Future Nostalgia, Club Future Nostalgia (DJ Mix) e Future Nostalgia (The Moonlight Edition), uscito lo scorso 12 febbraio, un giorno dopo il singolo inedito di lancio We’re Good. Proprio questo è l’ultimo singolo della cantante, che ha conquistato, già al primo ascolto, fan e critica. Il tema centrale è la separazione, il lasciarsi e lo stare bene: l’accettazione, da parte di entrambi, di percorrere strade differenti, perché insieme, non può funzionare.
All’interno del disco troviamo anche altri nuovi inediti: la già citata We’re Good; If Ain’t Me; That Kind of Women; Not My Problem (feat. JID); Fever con Angèle, per undici settimane sul podio in Belgio e per tre in Francia; Prisoner, hit in collaborazione con Miley Cyrus, che ha superato i 211 milioni di streaming su Spotify; “UN DIA (ONE DAY) in collaborazione con J. Balvin, Bad Bunny e Tainy, che ne ha superati invece 392 milioni sempre su Spotify e infine Levitating insieme a DaBaby.
La prima edizione di Future Nostalgia non è stata indifferente a nessuno, neanche ad Elton John, che lo considera il miglior disco uscito nel 2020: non è certamente un caso se la cantante ha guadagnato ben sei nomination al Grammy Awards, trionfando nelle categorie Best New Artist e Best Dance Recording, quest’ultima ottenuta con la sua Electricity, in collaborazione con Silk City.
Perfino la stella internazionale Kyle Minogue la descrive così: “Dua Lipa è una stella luminosa, che apre una scia
abbagliante nel cosmo del pop. È gentile, cool e intelligente”. La carriera discografica di Dua si è realmente aperta con Don’t Start Now, che ha ricevuto due dischi di platino nell’UK e tre negli USA per aver venduto rispettivamente oltre due milioni e più di tre milioni di copie. È, inoltre, neo vincitrice del “Grammy” nella categoria “Best Pop Vocal Album” con “Future Nostalgia”.
Personalmente credo che il successo di Dua Lipa sia un insieme di innumerevoli fattori, quali la sua voce, presenza scenica, bellezza, attitudine, team di lavoro, autori, arrangiatori e casa discografica. Ho sempre pensato fosse un’artista completa, una persona pulita, senza filtri né maschere, umile. Proprio l’umiltà è la qualità più preziosa che un’artista deve avere. Mi piace sempre dire: “In musica si è prima persone, poi artisti”. A voi le conclusioni!