“Finché notte non ci separi”, un film che non ci crede abbastanza?

29 Agosto 2024

Io faccio il tifo per i film in genere e per i film italiani in particolare perché mi piace il cinema, perché ritengo – forse è il momento di chiarirlo sopra ogni dubbio anche a me stesso – che la Settima Arte sia la più grande passione – seconda, se consideriamo i carboidrati sotto forma di pane, pizza e pasta – della mia vita e perché ad ogni film che va bene al botteghino credo possa corrispondere un arrichimento per questo settore con il quale ancora spero di guadagnarmi da vivere.

  • E non tanto per i soldi (o, almeno, non solo), chiariamoci, quanto per la speranza di vivere la vita che ho sognato tra le storie, la loro costruzione dall’idea all’interpretazione alla ripresa e il loro viaggiare per il mondo incontrando quanti più occhi possibili disposti alla visione e quanti più cuori e orecchie disponibili all’ascolto emotivo e fisico –

Detto questo vi confesso – e anche questa è una cosa sulla quale penso di mettere il punto adesso in una maniera alquanto decisa – che scrivere di film che non mi sono piaciuti, soprattutto quando dal mio punto di vista sono girati con onestà intellettuale e grande generosità oltre che amore, mi risulta tremendamente difficile.

Primo perché mi metto nella scomoda posizione di non poter lodare qualcuno e qualcosa – e lodare, dal mio punto di vista, è immensamente meno compromettente – e secondo perché, se possibile, mi eviterei volentieri la scocciatura di prendermi la responsabilità di far disaffezionere qualche potenziale spettatore da un titolo che cerca di farsi strada nel mare magnum del sistema cinematografico italiano.

E poi perche…
E perché, perché, perché…

Perché quando un film come “Finché Notte non ci separi” – film che, scriviamolo a chiare lettere, ARRIVA OGGI al cinema – non mi piace penso e spero di avere torto in quanto questo stesso altro non è che una potenzialmente divertente e fruttuosa commedia romantica che procede a partire da uno snodo narrativo non banale, ma che, ahimè, dimostra di muoversi stancamente e “lugubremente” alla pari delle stesse ore notturne in cui è ambientato

Pilar Fogliati, attrice che mi permetterei di definire “in auge”, è una sposa appena convolata a nozze che anziché godersi, in compagnia del bel marito interpretato da Filippo Scicchitano, le ore post cerimonia in una splendida suite di uno splendido albergo della splendida Piazza della Repubblica di Roma, parte, con lo stesso novello sposo, in una sorta di caccia al tesoro che preveda la risoluzione di un enigma che riguarda l’ex del suo lui e che le fa intendere un qualcosa di non ancora definitivamente trascorso.

Beh, onestamente, provando a tendere i fili di questo mio discorso, mi rendo conto che la sceneggiatura del suddetto film – sceneggiatura firmata da Roberto Cimpanelli, Giulia Martinez e Susanna Paratore – ha degli spunti molto interessanti e nella costruzione delle situazioni e nella descrizione/azione dei personaggi creati – “ricordevole” la figura del cameriere al piano interpretato da un bravo Armando De Razza caratterizzato da un gioco dialettico improntato alla ripetizione e quella della coppia genitoriale Lucia Ocone/ Giorgio Tirabassi -, i quali, per l’appunto, sembrano godere, sulla carta, di una forza che nella trasformazione in immagini pare perdere un rilevante grado di potenza.

Il film, diretto da Riccardo Antonaroli – rampante 37enne che ha esordito al lungometraggio con il film “La svolta” -, sembra infatti perdersi in una dimensione che non riesce ad approfondire – parrebbe quasi colpevolmente – nessuno dei registri possibili ed evocati, tra quello brillante, quello romantico e quello “drammatico”.

“Finché notte non ci separi” in questo modo appare, dunque, come un insieme di appunti dai quali si vorrebbe di più e per i quali si prova lo stesso senso di incompiutezza che caratterizza certi video in uso sui social che fanno continuamente aventi a indietro nella narrazione e nella scelta delle immagini lasciando lo spettatore voglioso ma insoddisfatto, avendo goduto della sua attenzione ma non avendo, secondo me, avuto il coraggio di sbagliare qualcosa cavalcando, fino in fondo, una scelta che sia una tra gli innumerevoli sentieri di narrazione evocati e appena calpestati.

Questa la mia opinione non certamente condivisa con luminosità, in attesa delle vostre.

“Finché notte non ci separi”, da oggi 29 Agosto al cinema.

Nei cinema aderenti a Cine Revolution il biglietto si paga ancora €3,5.
Andare a verificare di persona che quello che ho scritto sia sbagliato e venite a confrontarvi qui.

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