Auguri a “Picchio”, 55 anni di goduria attoriale.

24 Agosto 2024

Sarò molto onesto con voi: compleanni, ricorrenze e anniversari potrebbero tranquillamente garantire ad una progetto editoriale come questo materiale sufficiente a pubblicare uno o due articoli – se non, a volte, addirittura di più – al giorno, ma, onestamente, al netto della continuità che questa politica comporterebbe e delle possibili interazioni inevitabilmente legate più ai personaggi coinvolti in questi eventi/avvenimenti che non alle stesse parole che li accompagnano, cavalcando questa furba modalità mi parrebbe di venire un po’ meno a quella che secondo me dovrebbe essere la motivazione principale di un qualcuno che scrive su una testata di siffatta qualità – sì lo so che sono in un evidente conflitto d’interesse, ma a me sembra che le cose siano esattamente così – e ossia quella di dar, allo stesso tempo, sfogo e forma ad una passione per tutti quegli argomenti che riguardano la cultura in senso lato e la settima arte in questo caso specifico, mettendo per iscritto una serie di considerazioni che possano spaziare tra il ritrattistico, il cronachistico e, piccolo piacere proibito personale, l’apologetico.

Quindi, in definitiva, più per fare chiarezza con me stesso che non per tediarvi più di quanto non abbia già fatto, voglio informarvi della decisione di seguire una politica randomica personale legata a questi tipi di scritti e quindi – metto le mani avanti – si tratteranno certi argomenti quando la convenienza, il dovere e l’emotività – e non necessariamente in compresenza tra loro – me lo richiederanno.

Oggi, ad esempio, compie 55 anni quello che a detta di molti – io non mi esprimo al riguardo perché, onestamente, non ne ho nessuna voglia e nessuno interesse – è il miglior attore cinematografico italiano: oggi, 24 Agosto 2024 compie 55 anni Pierfrancesco Favino.

Chiariamoci, Mesdames et Messieurs, per me il Picchio Nazionale, a dispetto di ipotetiche classifiche di qualità, è un attore straordinario.
Senza se e senza ma.

Credibile in ogni declinazione prosodica nella quale si sia fino ad ora cimentato, sempre più carismatico ad ogni pellicola che lo ha visto protagonista, bello e non bello allo stesso tempo, con una voce adatta al canto e in grado di modellare il proprio corpo – vocalità, mi ripeto, compresa – ai tipi più disparati e completo nel trattamento dei registri recitativi più diversi.

È stato un “Libanese” eccezionale in quel film che amo moltissimo che è “Romanzo Criminale” di Michele Placido, un Tommaso Buscetta irripetibile ne “Il Traditore” di Marco Bellocchio, uno struggente amante abbandonante e abbandonato poi in un film che mi straziò l’anima quando lo vidi – e credo molto sia dipeso, come sempre, dal momento in cui lo vidi – che va cercato sotto il titolo “L’uomo che ama” di Maria Sole Tognazzi – e attore a volte nevrastenico e altre caricaturale e altre ancora brillante per registi del calibro di Gabriele Muccino, Carlo Verdone, Giovanni Veronesi e molti altri (basta consultare la pagina Wikipedia a lui dedicata per rendersene conto).

Insomma un uomo molto importante nella nostra industria cinematografia e uno dei pochi ad aver varcato i confini nazionali al punto da aver spesso preso parte a pellicole internazionali – attesa la sua partecipazione nel “Maria” di Pablo Larrain che verrà presentato prossimamente a Venezia – con profitto e rendendoci ulteriormente orgogliosi del suo sconfinato talento e delle sue enormi capacità.

Chiudo questa brevissima ed eccessivamente riassuntiva panoramica sulla sua carriera con un piccolo ricordo personale, completamente sfrondato da quella volta che lo incontrai del tutto casualmente a Praga e in preda ad un esagerato entusiasmo giovanile mi ci buttai braccia al collo, che vuole che uno dei suoi lavori ai quali sono più legato è rappresentato da un dittico di film televisivi trasmessi su quelle che oggi sono le reti Mediaset e che lo vedeva sul piccolo schermo nel ruolo di un poliziotto impegnato a sgominare quella che allo stesso tempo era un’improvvisata e intelligente banda di ladri d’arte composta da Valerio Mastandrea, Marco Giallini e Carlotta Natoli e ossia “Gli insoliti Ignoti” con la regia di Aurelio Grimaldi.

Buon compleanno, Pierfrancesco.
Buon compleanno, grande attore.

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