La Memoria dell’Assassino di Michael Keaton

21 Giugno 2024

Knox Goes Away è il titolo originale del secondo film firmato Michael Keaton. Sedici anni sono passati da The Merry Gentleman, eppure Keaton non sembra volersi togliere i panni del sicario di dosso. Frank Logan è ora John Knox.

Il killer a contratto Knox scopre che la sua vita si sta disintegrando rapidamente a causa di una rara, ma violenta forma di demenza chiamata malattia di Creutzfeldt-Jakob. Consapevole di non poter essere curato, cercherà di trascorrere i suoi ultimi giorni di lucidità tentando di riscattarsi e salvando la vita di suo figlio, Miles Knox (James Marsden). Miles ha infatti ucciso un ragazzo in preda alla rabbia e ora bussa alla porta del padre, dal quale si era allontanato, per farsi aiutare.

“Non mesi, settimane…parliamo di settimane”. Sono queste le tempistiche con cui la malattia di Knox sta evolvendosi ed evolverà, ma sono anche le settimane, sette per la precisione, a scandire il tempo del racconto per evitare confusione. La diagnosi arriva subito, allo spettatore non è concesso il tempo per realizzare che nella mente del protagonista ci sia qualcosa che non va, gli viene detto immediatamente che qualcosa non funziona e che funzionerà sempre meno in un tempo brevissimo. Da qui nasce la prima grande incongruenza. Le prime scene si susseguono con il tempo di un sospiro e si chiudono quasi “in levare” (alla NCIS), forse paragonate alle ormai sempre più fievoli capacità di memoria di Knox. Allora perché il tempo del racconto si dilata così tanto? Il film risulta piuttosto pesante, molto lento e stagnante e non mantiene, incomprensibilmente per logica, il ritmo che invece richiedeva. La ripetitività con cui vengono riproposte determinate immagini e meccanismi a lungo andare frustra e stanca chi guarda. “Il secondo tempo” recupera leggermente l’andatura claudicante della prima parte, ma nonostante la svolta sul finale, il film rimane piuttosto prevedibile.

La sceneggiatura di Gregory Poirier purtroppo non solleva granché, anzi, i dialoghi risultano abbastanza banali, i personaggi caratterizzati ben poco e le tematiche (vedi quella filosofica che torna) per nulla approfondite. Troppo dense le scene affidate ai poliziotti che tra l’altro risultano ad un certo punto quasi parodiche (Perché?) piuttosto che all’evolvere effettivo della malattia del protagonista. L’impressione che si ha dopo aver concluso la visione è che Knox abbia avuto tutto il tempo per progettare il piano per salvare suo figlio e solo dopo averlo portato a termine perfettamente, la malattia può dilagare incontrastata. Poco veritiero se ci basiamo su quanto prospettato dal medico in prima battuta. Nonostante le capacità attoriali indiscutibili di Michael Keaton, il personaggio di Knox è evidentemente piatto e monocolore, più sopra le righe lo Xavier di Al Pacino, scomodato a parer mio inutilmente, ma che comunque visto il contorname fa “godere” un po’ di più. Discreto e sufficiente il lavoro di James Marsden.

A guadagnarsi la spunta sicuramente il montaggio, ben eseguito in diversi passaggi del film, a cui si accoda la colonna sonora suggestiva.

La Memoria dell’Assassino sarà disponibile in sala a partire dal 4 luglio.

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